L’IA di Meta

Non so, questa volta non mi va di argomentare (come avevo fatto quella volta dell’Augmented Reality). Sono in un periodo in cui comunque la pancia mi parla più del cervello, colpa dello stress o merito della mindfulness forse. Comunque tutto quello che ho da dire è questo: mi angoscia.

Vedo il cerchietto azzurro (da oggi pomeriggio lo vedo anche su Whatsapp) e semplicemente mi angoscia. Mette a nudo quanto fin dall’inizio era stato tutto un gioco, gamification dell’esperienza, e che in ogni caso la democrazia era una bugia perché com’è possibile che uso quell’app lì tutti i giorni, dieci, cento volte al giorno, e a nessuno è venuto in mente di chiedermi se l’IA lì la volevo o no. Sia chiaro, non è che l’ho scoperto adesso — anzi, con quellx di giardino punk avevamo scritto pure un longform sulla questione della democrazia e delle piattaforme. A saperlo lo sapevamo, crederci non ci credevamo tanto neanche prima alla democrazia, neanche quando era più un fatto di andare a votare che di comprare e scrollare. E quindi non è che non ce lo si aspettasse, anzi. Dico solo che alla luce e nonostante tutte le più buone ragioni per buttarsi giù, io non mi butto giù. Semplicemente: mi angoscia.

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