Nel mio immaginario “archivio storico delle esperienze importanti” c’è, un po’ a sorpresa, questa edizione di Visionary Days, la prima a cui ho partecipato. È una delle esperienze che mi fatto toccare con mano il potere delle tecniche di partecipazione.
Visionary Days è strutturato come una specie di Electronic Town Meeting – un meccanismo di gestione della partecipazione che avrei imparato a conoscere qualche anno dopo studiando sociologia. È una delle tecniche (forse non la più semplice né la più economica) per facilitare l’emersione del pluralismo in sede di tavoli, eventi e assemblee organizzati col preciso scopo di capire le altre persone, comprendere cosa vogliono, cosa pensano, come concepiscono i problemi, come immaginano le soluzioni, quali priorità hanno ecc.
Questi Visionary Days 2020 avevano la peculiarità che, svolgendosi con un piede ancora in lockdown, erano stati ripensati come un evento completamente virtuale, con stanze online e una gestione dei tempi e degli interventi forse meno spontanea ma senz’altro più semplice. Alla fine della giornata, oltre a un’enorme stanchezza e zoom-fatigue, la sensazione era stata quella di un inatteso arricchimento, di una grande soddisfazione.
Qui tutti gli interventi che hanno dato tema e scansione al processo: