Un piccolo progetto con cui abbiamo portato la narrazione di Torino dai social a Nuvola Lavazza
Il progetto si chiama The Torineser, ed è nato nel febbraio 2022 da una visione del nostro team di Curve Creative Studio e Feel Desain, a cui si è aggiunta quest’anno la mano di Illustation che ne ha fatto un oggetto concreto.
L’idea rende omaggio al potere iconico delle copertine del New Yorker, che da sole riescono a raccontare la storia di un mondo prima ancora che arrivino le parole. L’esperienza di The Torineser è nata nel solco di The Parisianer e tante altre simili, ed è ben radicata in una idea di fondo piccola ma essenziale. Lo sguardo che l3 giovani illustratric3 torinesi hanno sulla loro città è un tassello ricco di conoscenza ed elementi interessanti per costruire una descrizione collettiva di questa città che sia onesta, complessa e, seppur consapevole dei suoi limiti di classe, in qualche modo stratificata.
Così è iniziato il progetto che, dopo due anni di pubblicazioni, ci ha permesso di portare questi tranche di Torino prima al Salone del Libro, nel maggio 2024, e poi a giugno in esposizione al Museo Lavazza.
L’altro aspetto, quello concreto, è arrivato in due fasi: la prima con l’idea di essere uno spazio di visibilità per l3 illustrartic3 anche esordienti che partecipavano al progetto; la seconda fase, dall’entrata di Illustation in poi, ci ha permesso di renderlo anche uno strumento effettivo per la sostenibilità dell’arte, pagando all3 illustratric3 il costo dell’opera e parte dei proventi delle stampe.
La sfida del testo
Ho iniziato a lavorare come curatore editoriale prima del lancio di The Torineser, e sento che questa esperienza mi ha dato una prospettiva nuova e inattesa sull’uso del testo scritto e sulle possibilità narrative dell’ibridazione tra linguaggi e livelli.
Inizialmente pensavamo che il testo avrebbe avuto un ruolo ancillare nel progetto. Quando ho cominciato a mettere mano al manifesto e ai testi che avrebbero accompagnato le copertine, avevo l’idea che le illustrazioni sarebbero state perlopiù in grado di parlare da sé, in un modo anche più originale e accessibile rispetto ai testi scritti. La centralità delle immagini era un punto chiave fin dalla nascita di The Torineser.
Ma andando avanti nelle pubblicazioni mi sono resə conto che la curatela editoriale comporta anche una lavoro critico e in certo modo politico, perché mi richiedeva di comprendere ed esplicitare i punti di osservazione e le posture dell3 illustratric3, di cui spesso ess3 stess3 non avevano piena consapevolezza. Quelli che all’inizio erano brevi copy volti a raccontare il progetto e accompagnare le uscite delle copertine su Instagram, sono diventati in seguito parti essenziali. Ai paratesti delle opere, che fossero su cartolina, online o in esposizione, è dato il ruolo di suggerire chiavi di lettura, senza forzare il senso dell’opera, ma suggerendo un poche parole la forma dello sguardo emico che l’illustratric3 consegna.
Dal punto di vista della scrittura, si è trattato di un interessante esperimento di ibridazione e crasi tra narrazione visuale, narrazione testuale, stile, focalizzazione sul dettaglio e descrizione di contesto e storica. Un lavoro decisamente complesso ma molto stimolante dal punto di vista dell’equilibrio tra detto e mostrato.
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Tre copertine: