Ciao, sono
Stefano Zuliani
(lui/ləi)
Sono unə giardinierə digitale. Scrivo di politica eco/queer, frequento le narrazioni di non-fiction e il Solarpunk.

Tutta la (mia) storia…
Sono natə nel 1996 a Pordenone, da papà programmatore e mamma sociosanitaria. Nel 2015 mi sono diplomatə al Liceo Scientifico Applicato e ho fatto il mio primo stage in un’azienda di sviluppo web. Fin qui tutto bene.
L’anno dopo mi sono trasferitə a Milano e ho iniziato il corso in Scienze della Comunicazione alla Statale. Sono subito inciampatə nei gruppi di associazionismo GLBT, con cui ho iniziato a sperimentare l’attivismo, la divulgazione e l’autoformazione. Restava però quella passione per le tecnologie digitali, e alla fine mi sono laureatə con una tesi in Sociologia della Comunicazione sulle tecniche di produzione dell’identità online.
Nel 2018 mi sono trasferitə a Torino per frequentare la Scuola Holden, dove mi sono diplomatə in Scrittura e Storytelling.
Ho iniziato a lavorare come copywriter e social media manager freelance. Ho collaborato con l’agenzia creativa dieci04 a alla comunicazione del Salone Internazionale Libro e della casa editrice Giulio Einaudi. Ma ho capito molto presto che lavorare nel marketing e nella pubblicità non era la mia strada, e che alcune domande sul senso di quello che stavo facendo, era impossibile metterle a tacere.
Mi sono iscrittə all’università di Milano-Bicocca al master in Teoria Critica della Società. Qui è iniziato un percorso etico e politico condiviso che mi ha portatə a sviluppare una critica del lavoro che stavo facendo e del contesto socioeconomico e tecnologico in cui si inserisce.
L’anno successivo, è nato il giardino punk, uno spazio digitale gestito dal Collettivo Contesto, dove scriviamo, leggiamo, dibattiamo, e di nuovo scriviamo, sui temi del solarpunk e della critica eco/queer anarchica.
Trainatə dall’interesse per le comunità informali, nel 2023 ho deciso di tornare ancora una volta all’università per riprendere gli studi in Sociologia. Nel frattempo collaboro con l’agenzia Curve Creative Studio e abito (metaforicamente ma neanche tanto) gli spazi del circolo “Ottavio Mai” di Arcigay Torino. (Vuoi sapere cosa sto combinando? Qui i progetti attivi…)
Mycena nasce dalla necessità di ritrovare la dimensione del giardino digitale. Non è uno spazio per le performance, ma uno spazio per re-imparare a vagare. Qui pratico la parzialità, la confusione e la scrittura compulsiva. Scrivo tutto perché ho una pessima memoria (non a caso il mio genere è il memoire).
Sono una persona trans* e queer, milito contro domini e per l’autodeterminazione, guardo alla giustizia climatica e alla società della cura. In generale, vedo politica ovunque io vada, e porto sempre in tasca un po’ di utopia.
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