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Comunicare una casa editrice: Einaudi Editore

🕒 4 minuti di lettura

Nell’attuale mercato editoriale italiano, se dovessimo giudicare una casa editrice con gli stessi parametri di crescita che possiamo aspettarci da altri settori produttivi, assisteremmo a un sistematico fallimento. Il mondo editoriale ha, tra le sue peculiarità, quello di costituirsi intorno a un prodotto culturale che ha (o dovrebbe avere) un valore intrinseco, cioè il testo. Al tempo stesso, il mercato del testo è estremamente ristretto (le persone che leggono sono appena il 39,3% del totale, dato Istat del 2022). L’oggetto libro si configura da una parte come un simbolo di status e dall’altro come un oggetto simbolico di riferimento per una comunità che, oltre a specifici eventi come il Salone Internazionale del Libro di Torino, si va spostando sempre più online nel bookstagram e nel booktok.

In questo contesto l’attività di comunicazione social di una casa editrice diventa dirimente, anche quando si tratta di un nome storico come Giulio Einaudi Editore. Ed è qui, all’interno di un progetto di comunicazione firmato dall’agenzia creativa dieci04 di Torino, che ho avuto la possibilità di cimentarmi nella comunicazione di una casa editrice e di scoprire le due peculiarità rispetto a qualsiasi altra attività

Il progetto Einaudi

Fondata nel 1933, oggi la Einaudi è una delle maggiori case editrici italiane, e sicuramente una delle più riconoscibili, anche grazie al costante lavoro di design intorno all’identità del prodotto che ha dato vita all’iconico libro della collana “bianca” Einaudi. L’attività di comunicazione social si inserisce quindi in un progetto di casa editrice già molto attenta al marketing e all’identità visuale.

Dall’altra parte, fin dalla sua fondazione, Einaudi ha sempre fatto leva sul testo, puntando a differenziarsi per la qualità delle pubblicazioni (tutt’ora il catalogo Einaudi raccoglie moltissima letteratura italiana “canonizzata” del Novecento e oltre: Calvino, Morante, ma anche Beckett, Woolf ecc.). Pur essendo diventata con gli anni sempre più una casa editrice generalista, resta saldo uno zoccolo di “pubblico Einaudi” che ricerca espressamente la letterarietà nel testo e di conseguenza l’eleganza della forma e della comunicazione, anche quella commerciale.

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Un altro tipo di lettura

Di cosa ci siamo occupatə noi? Nella pratica, abbiamo contribuito e realizzare la comunicazione digitale, con la gestione organica e a pagamento dei canali social. In particolare, abbiamo lavorato sulla parte essenziale dell’identità Einaudi, cioè ovviamente il catalogo. Una missione non semplice, se si considera che parliamo di 6-10 nuove uscite alla settimana per dieci mesi l’anno.

Partendo proprio dal catalogo, abbiamo sviluppato uno sguardo e un tipo di lettura nuova, tecnica in parte, com’è la lettura editoriale, ma allo stesso tempo una lettura con l’occhio del marketing dei testi in via di pubblicazione. L’obiettivo era identificare il giusto pubblico per ogni libro, il più possibile specifico e interessato agli argomenti, e rintracciare un canale di comunicazione diretto con quel tipo di pubblico (ad esempio attraverso il riferimento ad altri testi letterari o extraletterari capaci di rendersi iconici per una nicchia).

Alcuni libri

Ecco allora alcuni dei contenuti che ho scritto (la resa grafica è merito della squadra di deci04).

Guerre dei prezzi di Rupert Russell

 

 

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Racconti del Giappone a cura di Antonietta Pastore

 

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Gelosia di Jo Nesbø

 

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Racconti dal pianeta Terra a cura di Niccolò Scaffai

 

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Piccolo trattato di consolazione di Delphine Horvilleur

 

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