Scrivere un racconto Solarpunk

Un punto preliminare: Cos’è il Solarpunk?

Se lo sai, passiamo alla questione della scrittura. Non entrerò nel merito del perché scriverlo – se ti interessa ci sono alcuni spunti sul valore della speculazione nell’articolo di giardino punk dedicato a Quattro modelli di futuro.

Per quanto riguarda il come scriverlo, quello che sto imparando con la pratica è che non è sufficiente un racconto immaginifico e armonico per fare un discreto solarpunk. Il conflitto, come in ogni altra storia, emerge dal contesto che stiamo raccontando, e per questo la comprensione dei mondi che creiamo deve andare oltre la visione utopica e addentrarsi nei meccanismi, nelle genealogie e nelle contraddizioni di quel mondo.

Alcune caratteristiche del genere che annoto qui in ordine sparso:

  • Il soggetto della storia può essere una persona o anche un soggetto non umano, ma più spesso è un soggetto collettivo, come una comunità, e allo scioglimento del conflitto ci devono arrivare tutt3 insieme.
  • Il materialismo c’è, anche quando non si vede. Domande tipo di cosa vivono le persone e chi costruisce i telefoni cellulari o qualunque altra cosa sono fondamentali per il worldbuilding, anche quando queste informazioni non finiranno nel testo.
  • La componente visiva è importante ma non si deve legare per forza alla bellezza naturale, alla tecnologia di alto livello e a tutto ciò che troviamo nelle opere visive e illustrazioni solarpunk.
  • Ottimismo, ma con coscienza dei limiti e delle difficoltà.
  • La questione della scienza e delle tecnologie è particolarmente spinosa per chi si avvicina al solarpunk dalla politica, dalla letteratura o dalle scienza sociali, perché dischiude campi di conoscenze più ampi e complessi di quanto si possa imparare in breve tempo e da autodidatti. In generale, penso che le tecnologie vadano raccontate in maniera semplice ma non semplicistica, dando a Cesare ciò che è di Cesare e lasciando a ogni campo di saperi il proprio lessico (dall’agricoltura, all’ingegneria e all’informatica). Se qualcosa è troppo complesso per essere imparato in prima persona, credo che andrebbe domandato a chi ne sa.
  • Anche per le tecnologie, vorrei evitare di andare a prendere oggetti troppo fantascientifici. Molto di quello che serve già c’è, almeno in progetto.
  • Al di là dell’aspetto tecnico, c’è una gran parte di contenuto essenzialmente politico che va affrontato e in qualche modo reso esplicito nelle storie. E questo va fatto, a mio parare, in maniera propositiva, con l’idea di potere allungare la mano e andare a prendersi quella visione. Al cuore di tutto c’è un impegno, che non è solo un impegno individuale, ma è anche un impegno individuale e quotidiano. Questo vale ovviamente per la vita, ma credo che sia uno dei messaggi più forti che la narrativa può trasmettere.

Per prendere ispirazione:

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