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Carə copywriter, è okay consultare Wikipedia

🕒 6 minuti di lettura

Lo storytelling si nutre di piccoli dettagli: la parola perfetta nel posto giusto, una suggestione sensoriale, il richiamo, anche solo accennato, a un’altra storia che il tuo pubblico riconoscerà al volo, che sia Cappuccetto Rosso o Il trono di spade. Ma come si fa, mentre si scrive, a recuperare il dettaglio giusto? Possiamo fidarci della nostra memoria?

La risposta naturalmente è no. Controllare le informazioni di cui ci serviamo è fondamentale per evitare che a chi ci legge sfuggano i riferimenti, o che siano loro a correggerci. Online esistono siti specializzati in qualsiasi campo ti venga in mente: la cucina, i videogiochi, i prodotti edili, la mitologia norrena. Ma proprio a causa della grande quantità di testi, si rischia di perdere troppo tempo nella ricerca di un dettaglio. E allora?

Lo trovi su Wikipedia

Ora, quando si parla di Wikipedia le opinioni si dividono in due: quelle degli entusiasti sostenitori, tra cui Alessandro Barbero, e quelle degli entusiasti detrattori. Wikipedia, si dice, è un’accozzaglia di informazioni che chiunque può scrivere senza controllo (e, vedremo, non è proprio così). L’abbiamo demonizzata a causa di qualche errorino e imprecisione che a tutti è capitato di trovare. Si sa che sulle scienze e la tecnologia è più ferrata che sulla storia e la letteratura, per cui magari è meglio consultare la Treccani.

In realtà Wikipedia nasce dal grande ideale Open Source di una cultura libera, gratuita e condivisa, e bisogna ammettere che in questi primi vent’anni della sua vita gli ha prestato fede. L’enciclopedia esiste grazie al lavoro instancabile di migliaia di volontari in tutto il mondo e a Wikimedia, una fondazione no-profit presente in diversi paesi, che gestisce Wikipedia e gli altri wiki.

L’enciclopedia, dunque, oltre ad essere gratuita e collaborativa, è uno strumento validissimo per controllare e scoprire. Dalla sua parte ha una enorme quantità di informazioni per ogni voce, una mole insostenibile anche per le migliori enciclopedie cartacee del secolo scorso. La struttura della pagina, organizzata per paragrafi e con un sommario all’inizio, consente sia una lettura continua del testo come se fosse un libro, ma anche una lettura discontinua. Coerente con i modelli fruitivi del web ipertestuale, Wikipedia è consultabile saltando da una sezione all’altra o da una voce all’atra, così da arrivare subito al punto che ci interessa oppure ampliare la lettura in una direzione inaspettata.

Inoltre, il modo in cui sono immagazzinati i dati fa sì che un bot possa restituire le informazioni raccolte in elenchi, detti categorie e sottocategorie, una sorta di bibliografia tematica. Ad esempio:

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Questi 978 personaggi nati il 21 aprile sono, come ci ricorda il box, solo quelli le cui informazioni sono state caricate correttamente tramite il template Bio. E, ci tengo ad aggiungere, solo le voci in italiano.

Infatti basta cambiare la lingua per scoprire una moltitudine di voci più o meno aggiornate e approfondite. Una buona prassi è quella di fare sempre le ricerche in due lingue (anche con l’auto di Google traduttore, se necessario) per andare a scovare tutti i riferimenti mancanti, le aggiunte, o anche solo per leggere la stessa storia raccontata in due modi diversi.

Gli altri Wiki

Può succedere, mentre si scrive, di ritrovarsi a cercare qualcosa di diverso dalle informazioni generali contenute nelle voci enciclopediche, qualcosa di approfondito come un saggio, meno approfondito come un aforisma, o magari un contenuto multimediale. In tutti questi casi è utile conoscere alcune delle altre piattaforme che fanno parte della famiglia Wikimedia.

Wikisource, un portale delle risorse testuali con licenza Creative Commons che possono essere consultate e scaricate liberamente, ordinate per autore o per tematica. Queste risorse sono documenti pubblici, come la Dichiarazione universale dei diritti dell’animale, libri rilasciati online con licenza Creative Commons, libri i cui diritti d’autore sono scaduti (raccolti anche in Wikibooks) o testi tradotti dai portali Wikisource in altre lingue.

Accanto ai libri, Wikimedia Commons raccoglie i file multimediali come video e immagini, liberamente accessibili e utilizzabili.

C’è poi Wikidata (non disponibile in italiano), che raccoglie dati su qualsiasi cosa, costruendo un database accessibile con licenza gratuita da umani e macchine.

Ultimo ma non meno importante, c’è Wikiquotes che, utilizzato insieme a Google Libri, costituisce un archivio di aforismi e citazioni sugli argomenti più vari.

Scrivilo su Wikipedia

Vista la stima degli 1,5 miliardi di visitatori mensili, Wikipedia è anche un ottimo punto di appoggio per fornire alle persone tutte quelle informazioni che vorresti avessero. Per esempio, se come Barbero sei appassionato di Storia, potresti voler sfatare qualche falso mito, o semplicemente diffondere un fatto attestato, di cui hai letto altrove, ma che è ancora poco noto. Oppure, per quanto riguarda il business, potresti voler arricchire la voce che tratta della tecnologia che stai sviluppando, o raccontare la storia documentata di un prodotto nel tempo.

Di primo acchito, le linee guida per la scrittura di una voce sembrano complicate, ma inserire correttamente tutte le informazioni di una voce è importante per tutte le funzionalità di cui abbiamo parlato prima. Certo può succedere di sbagliare, ma non è grave perché, contrariamente a quanto si pensa, le voci appena create vengono riviste da altri utenti, generalmente più esperti, che lasciano un feedback se qualcosa non funziona dal punto di vista della struttura e del contenuto generale (se, per esempio, mancano le fonti).

Wikipedia box delle fonti

Quello che è importante tenere a mente, quando si consulta e quando si scrive, è che Wikipedia è un’enciclopedia, e perciò non dovrebbe contenere in nessun caso opinioni di prima mano, neanche implicite. L’ideale sarebbe quello di riuscire sempre ad attribuire un’opinione a una fonte, così da poter riportare opinioni contrastanti sotto la stessa voce. Le voci fatte bene sono così.

Correggilo tu

Tra le dieci cose che forse non sai su Wikipedia c’è il fatto che la voce corretta più volte in assoluto è quella sull’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush: rivista 45.871 volte. Questo dovrebbe darti la misura dell’attività di quel 10% di utenti partecipanti.

Dico 10% sulla base della cosiddetta regola 1-9-90, che trovi applicata a Wikipedia nella newsletter di Valerio Bassan. In poche parole: del numero di utenti di un sito o del pubblico di un prodotto mediale, il 90% sono utenti passivi, che fruiscono dei contenuti in maniera estemporanea. L’altro 10% sono i superutenti, che contribuiscono attivamente a far circolare il prodotto o, nel caso di Wikipedia, a modificare le voci. Solo l’1% poi sono gli autori veri e propri.

Questo per dire che, sebbene gli utenti siano tanti, sono in realtà solo una piccola parte quelli che si dedicano con impegno alla “manutenzione ordinaria” dell’enciclopedia. A causa della diffusione dei dispositivi mobile, sono diventati sempre meno gli utenti comuni che intervengono a correggere le voci. Questo, a lungo andare, ha messo a rischio il meccanismo della peer review, che sta alla base di un modello di web libero di cui oggi abbiamo davvero molto bisogno.


Insomma, è okay consultare Wikipedia per scrivere i tuoi copy. L’importante è farlo con criterio, fare attenzione ai box che segnalano eventuali imprecisioni, cercare di utilizzare tutte le risorse a disposizione e non ricadere in certi meccanismi di copia-e-incolla che fanno crollare la qualità del tuo lavoro. Uno storyteller non è un’enciclopedia, ed è bene che ne abbia una alle spalle, specie se è la più grande enciclopedia del web.

Ti lascio con una chicca wikipediana: la lista delle Voci insolite.

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