- AA.VV., Solarpunk. Dalla disperazione alla strategia
- AA.VV., La politica del corpo (Antologia del FUORI)
- Andrea Mubi Brighenti, Teoria sociale
- Yona Friedman, Utopie realizzabili
- AA.VV., Coltiviamo il nostro giardino (Derive e approdi)
- AA.VV., Contronature. Teorie e pratiche di ecologia politica
- AA.VV., Stasera faremo cadere il cielo
- AA.VV., Pluriverso. Dizionario del post-sviluppo
- Cirus Rinaldi, Uomini che si fanno pagare. Genere, identità e sessualità nel sex work maschile tra devianza e nuove forme di normalizzazione (#)
- Jared Diamond, Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere (#)
- Elvia Wilks, Narrazioni dell’estinzione
- Jeans-Jacques Kupiec, La concezione anarchica del vivente
- Liana Borghi, Fare mondo
- Luisa Muraro, Tre lezioni sulla differenza sessuale
- Alex B., La società de/generata
- Manuela Zechner, Cura comune e potere collettivo
- Lorenzo Bernini, Il sessuale politico. Freud con Marx, Fanon, Foucault
- Lorenzo Bernini, Apocalissi queer. Elementi di teoria antisociale
- AA.VV., Canone inverso. Antologia di teoria queer
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Lista (breve) di prossime letture
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Calypso
Di Sedaris mi piace il modo in cui tira fuori l’umanità dell3 altr3; in ogni situazione smonta i ruoli e le costringe a essere persone anche contro la loro volontà. Lo fa con le domande dirette, e all’apparenza bizzarre, come quando a una commessa chiede del suo primo fidanzato, e in generale l’atteggiamento è quello di una invasione della sfera privata che contraddice sistematicamente i cosiddetti rituali di deferenza (per come la intende Goffman).
Ciò detto, Calypso è un romanzo autobiografico, e in quanto tale non so quanto possiamo fidarci della sua auto-descrizione e della descrizione che restituisce della sua famiglia. In effetti, forse una critica si potrebbe fare alla spettacolarità delle situazioni che crea. Senz’altro quando affronti la vita con sorpresa finisci spesso e volentieri per trovarti in situazioni davvero sorprendenti. Ma quando esageri c’è l’effetto macchietta che è sempre lì dietro l’angolo.
C’è comunque il modo in cui Sedaris usa le storie e gli aneddoti non per costruire i ruoli ma per distruggerli, e questa è una bella pratica da tenere a mente.
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Corpi che non contano & Materia vibrante
Ci sono corpi che non contano. Lo dico pensando a Judith Butler, ma in modo improprio, perché non sto pensando ai corpi sessuati o sessualizzati. Penso proprio all’ultimo grado dell’oggettivazione e della deumanizzazione, che ha senso solo in un paradigma in cui tutto ciò che non è umano è considerato meno-che-umano.
Fuori dall’umano ci sono corpi che non contano, che scompaiono, che non sono riconosciuti degni di essere presenti sulla scena dell’agire umano, sebbene lo siano costantemente. È come nella fotografia: metti a fuoco il ragno sul limone e tagli fuori la terra su cui cresce l’albero e le muffe che abitano sulla parete, anche se l’uno senza gli altri non ci può essere.
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Consigli di Climate fiction
Una miniera di consigli di lettura a tema Climate Fiction e Solarpunk, in questo episodio del podcast La mano sinistra con ospite Franco Ricciardiello:
Nominati speciali:
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Consumismo
Sostantivo maschile che esiste solo nel capitalismo industriale. Ma l’aspetto più interessante è un altro.
In un libro del 1984 intitolato Il mondo delle cose. Oggetti, valori, consumo, Mary Douglas e Baron C. Isherwood osservano che pensare al consumo secondo una prospettiva economica non dice nulla sul perché le persone consumano o iper-consumano, o sul perché al contrario risparmiano. L’oggetto di consumo, sia esso durevole come un vestito o effimero come un viaggio, andrebbe guardato con una lente sociale. Come insegna l’interazionismo simbolico, infatti, il suo significato emerge da ciò che l’oggetto è in grado di comunicare di noi all3 altr3.
Secondo questa prospettiva, una dimensione che lasciamo fuori quando ci occupiamo di consumismo è quella degli oggetti come mezzi di comunicazione. Il consumismo, come problema di giustizia sociale e ambientale non ha una soluzione tecnica né economica, non è una questione che tocca solo l’offerta o la domanda. Senza sminuire il problema e le responsabilità, potremmo forse imparare ad approcciarci in un modo non individualizzante e non colpevolizzante, a partire da questa domanda: quando consumiamo un oggetto, che cosa abbiamo bisogno di comunicare attraverso di esso?
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